venerdì 29 luglio 2016

Maria, Marta e Lazzaro di Betania (Seconda Lettura dell'Ufficio delle Letture odierno)

Dai discorsi di san Bernardo, abate  3, 1.4.6.7; PL 183, 421.423-425

Maria, Marta e Lazzaro
Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò (Lc 10, 38).
Consideriamo ora, fratelli, in che modo la regola della comunità ha distribuito qui, nella nostra casa, questi tre uffici: il servizio di Marta, la contemplazione di Maria, la penitenza di Lazzaro.
Ogni anima perfetta li ha in sé tutti e tre, ma sembra che ciascuno sia adatto piuttosto per uno solo di questi uffici, di modo che alcuni si occupano della santa contemplazione, altri sono dediti al servizio dei fratelli, altri tornano col pensiero agli anni passati nell’amarezza della propria anima, come quei feriti che dormono nei sepolcri. Così, certamente, è necessario che Maria pensi al suo Dio con sensi di sublime pietà; Marta pensi, benigna e misericordiosa, al prossimo; Lazzaro pensi con umiltà a se stesso, alla propria miseria […].
Non aduliamo nessuno e che nessuno di voi inganni se stesso. Coloro ai quali non è stato affidato nessun ufficio, che non sono stati incaricati di nessun servizio, dovranno starsene seduti o ai piedi di Gesù con Maria oppure con Lazzaro tra le pareti del sepolcro. Perché Marta non dovrebbe preoccuparsi di tante cose, se deve provvedere a molti? Ma a te, che non hai questa incombenza, è necessaria una di queste due cose: o non preoccuparti di niente, ma dilettarti piuttosto nel Signore, oppure, se ancora non puoi farlo, devi preoccuparti non di parecchie cose, ma solo di te stesso, come il profeta dice di sé (cfr. Sal 42[41], 7) […].
Una donna, di nome Marta, – dice il Vangelo – lo ospitò (Lc 10, 38). Stanno certamente al posto di Marta quei fratelli che, per il bene della comunità, sono stati destinati ai vari servizi […].
Riceva, dunque, Marta il Signore nella sua casa, perché a lei è affidata la cura della famiglia. Essa è mediatrice allo scopo di ottenere la salvezza sia per sé che per i sudditi […]. La ricevano anche i suoi collaboratori, ciascuno secondo la qualità del proprio ufficio: accolgano Cristo, servano Cristo, lo assistano nelle sue membra, chi nei fratelli infermi, chi nei poveri, chi negli ospiti e nei pellegrini (cfr. Mt 25, 35ss).
Mentre tutti costoro sono così occupati nel loro assiduo servizio, Maria veda come perseverare nel riposo e com’è buono il Signore (Sal 34[33], 9). Veda – dico – con quale mente devota, con quale animo sereno deve stare seduta ai piedi di Gesù (cfr. Lc 10, 39), vedendolo sempre davanti a sé e accogliendo le parole dalla bocca di lui, il cui aspetto è delizioso e il linguaggio è dolce […].
Gioisci e sii grata, o Maria, tu che hai scelto la parte migliore! (Lc 10, 42) […]. Sii semplice, non soltanto senza falsità e simulazione, ma anche senza un cumulo di occupazioni, perché tu possa conversare con colui la cui voce è soave e il viso incantevole (Ct 2, 14). Guàrdati soltanto da una cosa: non voler abbondare nel tuo sentimento né saper più di quanto è necessario (cfr. Rm 12, 3), perché non accada che, mentre insegui la luce, tu inciampi nelle tenebre per inganno del demonio meridiano (Sal 91[90], 6).

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