INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.
Ant. Venite, adoriamo Dio, che ha reso Abramo padre di una moltitudine di credenti.
SALMO 94 - Invito a lodare Dio
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13)
Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.)
Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dei.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.)
Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,*
il gregge che egli conduce. (Ant.)
Ascoltate oggi la sua voce: †
«Non indurite il cuore, *
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: †
mi misero alla prova *
pur avendo visto le mie opere. (Ant.)
Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo». (Ant.)
Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)
Ant. Venite, adoriamo Dio, che ha reso Abramo padre di una moltitudine di credenti.
INNO
Risplenda nel buio del mondo
la stella che annuncia il mistero
l’amore ci guida in silenzio
all’unica fonte di luce.
Abramo in un tempo lontano
rivolse i suoi passi al Veniente
andiamo anche noi nella gioia
al Figlio di cui vide il giorno.
La fede ci chiama all’incontro
e in lui sono già i nostri cuori
il Padre fedele al suo Nome
a noi mostra il volto dell’Uomo.
La santa città ormai appare
agli occhi di tutte le genti
lo Spirito santo rivela
la gloria del Padre nel Figlio. Amen.
1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
tu gli hai dato splendore e bellezza (T. P. alleluia).
SALMO 20, 2-8. 14
Signore, il re gioisce della tua potenza, *
quanto esulta per la tua salvezza!
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
non hai respinto il voto delle sue labbra.
Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
gli poni sul capo una corona di oro fino.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, *
lunghi giorni in eterno, senza fine.
Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
lo avvolgi di maestà e di onore;
lo fai oggetto di benedizione per sempre, *
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Perché il re confida nel Signore: *
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
canteremo inni alla tua potenza.
1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
tu gli hai dato splendore e bellezza (T. P. alleluia).
2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
cresce dall'alba fino al pieno giorno (T. P. alleluia).
SALMO 91, 2-9
E' bello dar lode al Signore *
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunziare al mattino il tuo amore, *
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira, *
con canti sulla cetra.
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, *
esulto per l'opera delle tue mani.
Come sono grandi le tue opere, Signore, *
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende *
e lo stolto non capisce:
se i peccatori germogliano come l'erba *
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna: *
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.
2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
cresce dall'alba fino al pieno giorno (T. P. alleluia).
3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano (T. P. alleluia).
SALMO 91, 10-16
Ecco, i tuoi nemici, o Signore, †
ecco, i tuoi nemici periranno, *
saranno dispersi tutti i malfattori.
Tu mi doni la forza di un bufalo, *
mi cospargi di olio splendente.
I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, †
e contro gli iniqui che mi assalgono *
i miei orecchi udranno cose infauste.
Il giusto fiorirà come palma, *
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, *
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti, *
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore: *
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.
3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano (T. P. alleluia).
V. Il Signore conduce il giusto per un buon sentiero, (T. P.alleluia),
R. gli rivela il regno di Dio (T. P. alleluia).
PRIMA LETTURA
Dal libro della Genesi 11, 31-12, 1-9
Vocazione di Abramo, Padre del Popolo di Dio
Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè di suo figlio, e Sarài sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nella terra di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono. La vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì a Carran.
Il Signore disse ad Abram:
“Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedett
tutte le famiglie della terra”.
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram prese la moglie Sarài e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso la terra di Canaan. Arrivarono nella terra di Canaan e Abram la attraversò fino alla località di Sichem, presso la Quercia di Morè. Nella terra si trovavano allora i Cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: “Alla tua discendenza io darò questa terra”. Allora Abram costruì in quel luogo un altare al Signore che gli era apparso. Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. Poi Abram levò la tenda per andare ad accamparsi nel Negheb.
RESPONSORIO Gen 15, 1.7
R. Fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: *Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande.
V. Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra.
R. Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande.
SECONDA LETTURA
Dal commento al Vangelo di Giovanni di sant’Agostino, vescovo 45; PL 35, 1712
Abramo esultò per vedere il giorno di Cristo
Magnifica testimonianza resa ad Abramo, dal discendente di Abramo, dal creatore di Abramo. Abramo esultò – dice – al pensiero di vedere il mio giorno (Gv 8, 56). Non ebbe timore, ma esultò nella speranza di vedere. Era in lui la carità che caccia via il timore (cfr. 1Gv 4, 18). Non dice che esultò perché lo vide; ma che esultò nella speranza di vederlo. Credendo in lui, esultò nella speranza, in attesa di poterlo vedere mediante l’intelligenza. E vide.
Cosa poteva, o cosa doveva dire di più il Signore Gesù Cristo? Lo vide e ne gioì (cfr. Gv 8, 56). Chi potrà esprimere questo gaudio, o fratelli miei? Se tanto gioirono coloro ai quali il Signore aprì gli occhi della carne, quale fu il gaudio di chi poté vedere con gli occhi del cuore la luce ineffabile, il Verbo che permane, lo splendore che rifulge nelle anime fedeli, la sapienza indefettibile, colui che come Dio dimora presso il Padre e che, senza abbandonare il seno del Padre, sarebbe venuto un giorno nella carne?
Tutto questo vide Abramo. Quanto all’espressione il mio giorno (Gv 8, 56), può riferirsi sia al giorno temporale del Signore in cui egli sarebbe venuto nella carne, sia al giorno del Signore che non ha aurora e non conosce tramonto. Ma io sono certo che il padre Abramo conosceva l’uno e l’altro giorno. E come lo provo? Dobbiamo contentarci della testimonianza di nostro Signore Gesù Cristo. Credo sia molto difficile, se non impossibile, precisare in che senso Abramo esultò al pensiero di vedere il giorno di Cristo, e in che senso vide e ne gioì. Ammettiamo pure l’ipotesi che non si riesca a trovare un passo dove risulti chiaro; dovremo concludere che la Verità ha mentito?
Noi crediamo alla Verità, e non dubitiamo minimamente dei meriti di Abramo; tuttavia ascoltate un particolare che mi viene in mente ora. Quando il padre Abramo mandò il suo servo a cercare moglie per suo figlio Isacco, gli fece giurare che avrebbe compiuto fedelmente la missione con piena consapevolezza. Si trattava infatti di una cosa importante, come era quella di procurare una sposa al discendente di Abramo. Ma affinché il servo si rendesse conto di quanto aveva appreso Abramo, di non desiderare cioè nipoti secondo la carne né di preoccuparsi della sua discendenza carnale, disse al servo nell’atto di congedarlo: Metti la tua mano sotto il mio fianco, e giura per il Dio del cielo (cfr. Gen 24, 2-3). Che relazione c’è tra il Dio del cielo e il fianco di Abramo? Subito scorgete qui un mistero: per mezzo del fianco si intende la discendenza. Cosa voleva dunque significare quel giuramento, se non che dalla discendenza di Abramo sarebbe venuto nella carne il Dio del cielo? Gli stolti rimproverano Abramo per aver detto: Metti la tua mano sotto il mio fianco. Coloro che criticano l’azione di Abramo sono quelli stessi che criticano la carne di Cristo. Invece noi, o fratelli, se riteniamo degna di venerazione la carne di Cristo non possiamo disprezzare il fianco di Abramo, ma consideriamo quel gesto come una profezia (cfr. Gn 20, 7). E infatti Abramo era profeta. Profeta di chi? Profeta della sua discendenza e del suo Signore. Dicendo: Metti la tua mano sotto il mio fianco, si riferì alla sua discendenza; aggiungendo: e giura per il Dio del cielo, si riferì al suo Signore.
RESPONSORIO Gc 2, 23b; Gen 26, 5a
R. Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia * fu chiamato amico di Dio.
V. Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò che io gli avevo prescritto.
R. Fu chiamato amico di Dio.
ORAZIONE
O Dio, che in premio della fede hai promesso ad Abramo che il tuo Figlio Unigenito sarebbe nato dalla sua stirpe, concedi anche a noi, per la fede che abbiamo ricevuto nel battesimo e che opera nella carità, di meritare di nascere al cielo. Per il nostro Signore.
R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.
Fonte IBraviary
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