lunedì 19 luglio 2021

Sami Modiano

 “SAMI, TU SEI FORTE. DEVI FARCELA. CE LA FARAI!”


Oggi è il compleanno di Sami Modiano, ebreo sopravvissuto ad Auschwitz, che oggi compie 91 anni e a cui noi di Progetto Dreyfus auguriamo un felice mazal tov!


Sono ancora troppe le persone, soprattutto i ragazzi, che ancora oggi non conoscono la storia di questo Signore, una testimonianza vivente di ciò che l’uomo fu in grado di fare a un altro uomo.


Sami ormai ha poco più di 13 anni, ma ne dimostra alcuni di più. La famiglia, giunta a Birkenau, supera la prima brutale selezione: il cenno a sinistra del medico nazista, che giudicava a vista, voleva dire camera a gas e forno; il cenno a destra indicava i “privilegiati”, risparmiati perché giudicati adatti ai lavori più duri. In pochi giorni di internamento, quasi tutto diventa chiaro, anche nello sguardo ancora innocente di un ragazzino. La fugace e quotidiana visione di sua sorella, oltre la cortina di ferro attraversata dalla corrente, conforta Sami fino al giorno in cui non la vede più, e comprende che è andata all’infermeria, anticamera della morte. Suo padre, prostrato dal lavoro massacrante, dal freddo, dalla fame e dalle torture gli rivela, una sera, che ha deciso di farsi visitare, metafora che significa “non ce la faccio più”. Ma prima di consegnarsi agli assassini, impone al figlio di tenere duro. «Sami, tu sei forte. Devi farcela. Ce la farai!». E così il ragazzino di Rodi, diventato adulto, resta solo a combattere per la vita.


Riportiamo un piccolissimo stralcio della testimonianza di Sami Modiano: “Il 27 gennaio mi sono svegliato mentre una dottoressa russa mi stava medicando. Ero vivo. Ma non ero felice di essere vivo. Perché io? Perché non ero morto insieme agli altri? L’ho capito solo anni dopo. All’inizio mi rifiutavo di parlare, di raccontare la mia storia. Poi ho capito che era mio dovere raccontarlo ai giovani. Sono tornato ad Auschwitz con 300 ragazzi, affrontando il dolore del ricordo, nel 2005. Ho capito che non parlavo solo per la mia piccola famiglia, né per i 2500 ebrei di Rodi, né per i 6 milioni di ebrei uccisi nei campi. Parlavo anche per i 5 milioni di persone, rom, omosessuali, handicappati, detenuti politici, uccisi perché erano diversi. E continuo a farlo per non dimenticare quello che è successo, per trasmettere la memoria alle nuove generazioni, perché io presto non ci sarò più e sarete voi che dovrete ricordare, sarete voi a far sì che tutto questo non succeda più, a fare in modo che i vostri figli non vedano quello che hanno visto i miei occhi”.

Fonte Progetto Dreyfus  https://www.facebook.com/386438174765883/posts/4083022891774041/

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.