venerdì 5 agosto 2016

Beato Federico Janssoone

Federico nacque a Ghyvelde (Francia) il 19 novembre 1838. Rimasto orfano di padre a 10 anni, lavorò nel commercio fin dalla prima gioventù. A 26 anni entrò nel seminario francescano di Amiens dove fu ordinato sacerdote nel 1870.
Nel 1875 giunse in Palestina per servire la Custodia di Terra Santa, dove si distinse nell’organizzazione degli aiuti alla popolazione durante una gravissima carestia causata dalla siccità.
Lo si vide eccellere sia nell’impegno fisico che in quello intellettuale; fu guida di pellegrini, costruì con grande impegno personale la chiesa Santa Caterina in Betlemme e la chiesa di San Salvatore in Gerusalemme. Precisò lo Statu Quo effettivo delle diverse comunità con soddisfazione di tutti.
Nel 1878 eletto vicario della Custodia, diviene una specie di protettore dei poveri di Palestina, ed è inviato in Canada per organizzare la campagna di aiuti. L’impegno non gli fa mettere in secondo piano l’evangelizzazione: è un predicatore richiesto e apprezzato, pubblica libri, dirige periodici religiosi.
Quando muore in Canada il 4 agosto 1916, nasce spontaneo un movimento per portarlo sugli altari, come apostolo dei due mondi. Viene beatificato da san Giovanni Paolo II nel 1988.

Dalle lettere del beato Federico Janssoone, sacerdote

Mi abbandono totalmente nelle mani dei miei superiori
La grazia più bramata, che oso desiderare, è di diventare un santo! I due buoni fratelli che sono qui con me ed io, tutti e tre, abbiamo preso la risoluzione ieri sera, davanti al santo tabernacolo, di vivere qui nella nostra deliziosa solitudine del Commissariato come in una Tebaide, e di pregare con ardore, perché il buon Gesù diventi la felicità della vita religiosa; mortificazione interiore, presenza di Dio, dappertutto e in ogni tempo; aspirazione verso il cielo. Molti suffragi per i nostri cari defunti; ed una compassione senza riserva per le anime afflitte, i poveri malati che vengono da ogni parte, qui e al santuario del Capo (1894).
Il buon Dio mi conduce largamente per la via della tribolazione: sia mille volte benedetto […]. Mi abbandono totalmente nelle mani dei miei superiori. Vedo che il nemico di ogni bene lavora duramente per far fallire tutti i miei progetti. Preghiamo dunque, e preghiamo molto che il buon Dio si metta al fianco dei suoi veri servitori, e se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? (Rm 8, 31) (1883).
Si realizzi ancora ai nostri giorni la parola del divin Maestro, quando il fico sterile fu colpito dalla maledizione: E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete (Mt 21, 22). Molte persone domandano e non ottengono, perché domandano male; esse non domandano con fede e senza nessuna esitazione. Esse dimenticano questo avvertimento dello Spirito Santo, il quale assicura che colui che domanda a Dio con esitazione somiglia ai flutti del mare, che il vento agita e spinge di qua e di là, sotto l’impulso del suo soffio capriccioso (cfr. Gc 1, 6) […]. Mi sento al limite delle forze, per il poco che ho scritto, tanto è grande la mia debolezza: la povera natura soffre, ma con la grazia del buon Dio, sento nel mio cuore una grande gioia: sono pervaso di gioia in tutte le nostre tribolazioni (cfr. 2Cor 7, 4) (1882).
Ho stampato la Vita di nostro Signore per la diffusione della quale mi sento disposto, con l’aiuto di Dio, a camminare da una parrocchia all’altra, e se è necessario a consumare le mie gambe fino ai ginocchi, come Giovanna d’Arco, nostra sorellina in san Francesco, perché questa Vita è la parola stessa dei santi Vangeli, e perché questa parola divina porta dovunque con sé la benedizione del Cielo, a chiunque la riceve bene e la mette in pratica (cfr. Mt 7, 24-25) (1894).
La santa Vergine ci aiuterà. Nostra Signora del santissimo Rosario, pregate per noi! (1900).
Comprendo che dovete molto soffrire. Spero di andare al santuario del Capo, e lì vi raccomanderò, secondo il vostro desiderio, alla santissima Vergine: si ottengono tante grazie spirituali, soprattutto nel suo santuario benedetto! (1916, tre mesi prima della morte del Beato).

Fonte Ibreviary App

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