domenica 25 dicembre 2016

Merry Christmas & Peace on Earth!

Sabbath Sunday
December 25, 2016 - Christmas Day

Merry Christmas & Peace on Earth!

"It is Christmas every time you let God love others through you."
- Mother Teresa of Calcutta

"I will honor Christmas in my heart, and try to keep it all the year."
- Charles Dickens

"Let us celebrate this day not because of the visible sun, but because of Him who made this day." - St. Augustine

Year of Mercy Calendar for Today:  We wish you the fullest blessings of this glorious day.  May you know the depth of His Love and share it freely with others.

sabato 24 dicembre 2016

ZEBRE BATTUTE 23 A 12, ARRIVA LA TERZA VITTORIA CONSECUTIVA DEI LEONI

ZEBRE BATTUTE 23 A 12, ARRIVA LA TERZA VITTORIA CONSECUTIVA DEI LEONI

Treviso, 23 dicembre 2016

Marcatori: 19’ p. Allan, 33’ meta Van Schalkwyk tr. Canna, 40’ p. Allan, 51’ p. Allan, 59’ meta Allan tr. Allan, 75’ meta Sperandio tr. Allan, 79’ meta Van Zyl

Zebre Rugby

15 Edoardo Padovani, 14 Mattia Bellini, 13 Giulio Bisegni, 12 Tommaso Castello (63' Tommaso Boni), 11 Giovanbattista Venditti (66’ Kayle Van Zyl), 10 Carlo Canna, 9 Marcello Violi (73’ Guglielmo Palazzani), 8 Andries Van Schalkwyk (67’ Federico Ruzza), 7 Johan Meyer, 6 Derick Minnie, 5 George Biagi (c), 4 Quintin Geldenhuys (61’ Valerio Bernabò), 3 Dario Chistolini (52’ Pietro Ceccarelli), 2 Tommaso D’Apice (61’ Carlo Festuccia), 1 Andrea Lovotti (61’ Bruno Postiglioni)

Coach: Gianluca Guidi

Benetton Rugby

15 Luke McLean, 14 Angelo Esposito, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Alberto Sgarbi (c) (52’ Luca Morisi), 11 Luca Sperandio, 10 Tommaso Allan (79’ Ian McKinley) 9 Tito Tebaldi (73’ Giorgio Bronzini), 8 Marco Barbini (66’ Jeff Montauriol) , 7 Abraham Steyn, 6 Robert Barbieri (61’ Marco Lazzaroni), 5 Dean Budd, 4 Marco Fuser, 3 Simone Ferrari (28’ Tiziano Pasquali), 2 Davide Giazzon (60’ Roberto Santamaria), 1 Alberto De Marchi (55’ Matteo Zanusso)

Coach: Kieran Crowley

Nell’undicesima giornata di Guinness Pro12 i Leoni colgono la terza vittoria consecutiva, dopo le due contro Bayonne, battendo le Zebre 23 a 12.

Il derby italiano tra Benetton Rugby e Zebre comincia un po’ a rilento. Gli animi si scaldano a ridosso del decimo minuto quando Barbieri para il calcio di Canna nei 22 metri avversari ma nel tentativo di allungarsi al piede l’ovale, quest’ultimo rimbalza contro il palo e viene recuperato dai bianconeri. I Leoni vivono un buon momento e rimangono stabilmente nella metà campo avversaria. Così al 18’ calcio concesso in favore degli uomini di Crowley e Tommaso Allan apre le marcature dalla piazzola.

Al 25’ mischia vinta dalle Zebre e Padovani prova a piazzare dalla distanza, il tentativo dell’estremo ospite è corto. Nel ricevere l’ovale Allan commette in avanti. Dalla mischia nasce un’azione pericolosa in favore dei bianconeri ma i Leoni difendono bene e recuperano il possesso. Al 28’ infortunio per Ferrari, al suo posto entra Pasquali. Seguono alcune azioni nelle quali gli ospiti cercano di rendersi pericolosi, quindi una serie di maul che terminano con Van Schalkwyk che va oltre la linea di meta. L’arbitro Mitrea dopo un consulto con il TMO convalida la marcatura.

Al 38’ i Leoni vanno vicini alla meta ma vengono fermati da un fallo segnalato da direttore di gara. Nonostante ciò allo scadere, subiscono fallo trovando così il modo per accorciare le distanze con Allan.

Primo tempo che si chiude sul risultato di 6 a 7 in favore delle Zebre.

Nel secondo tempo i Leoni escono bene dagli spogliatoi e al 51’ Barbini prima accende Monigo con un offload dietro la schiena e dopo conquista il fallo che permette ad Allan di tornare sulla piazzola e portare avanti i propri compagni di squadra.

Al 59’ è Allan a mandare in festa i tifosi biancoverdi, intercetta l’ovale, allunga al piede, raccoglie, resiste al placcaggio e schiaccia in meta, a tutto ciò aggiunge la trasformazione. Poco dopo, ancora il numero 10 di casa ha la possibilità di far punti, questa volta il suo calcio dalla distanza è corto.

A mettere la parole fine sull’incontro ci pensa al 75’ il giovane Sperandio che intercetta il passaggio di Canna a metà campo e corre indisturbato verso i pali, Allan trasforma. L’ultima meta dell’incontro viene messa a segno dalle Zebre con Van Zyl, errore di Canna dalla piazzola.

A Monigo i Leoni battono le Zebre 23 a 12

Federico Arigano
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giovedì 22 dicembre 2016

Sarà Santo uno Scolopio e Beati 109 martiri della guerra civile spagnola

Sarà Santo uno Scolopio e Beati 109 martiri della guerra civile spagnola
◊ 
Papa Francesco ha ricevuto il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il Dicastero a promulgare i Decreti relativi al padre scolopio Faustino Miguez, che sarà presto Santo, e 110 prossimi nuovi Beati: una suora e 109 martiri della guerra civile spagnola. Riconosciute anche le virtù eroiche di 5 nuovi Venerabili Servi di Dio. Il servizio di Roberta Barbi:

“Come Scolopio sono del popolo e per il popolo, consacrato alla sua formazione”. Così padre Faustino Miguez riassumeva la sua vocazione che dallo sperduto paesino di Xamiras, in Spagna, lo condusse nel noviziato delle Scuole Pie di S. Fernando a Madrid e poi in diversi collegi, dove svolse il ministero dell’educatore, “il più meritevole” perché illumina i giovani al bene e se messo in pratica nella pienezza della Chiesa preserva o cura dal male. Con la consapevolezza di essere “cooperatore della Verità” che ha fatto voto di insegnare e di imparare sempre, s’interessò all’educazione delle bambine povere, spesso dimenticate, che lui considerava “le spose e le madri di domani”, anima viva di quelle famiglie che avrebbero formato la società. Da questa semplice intuizione nacque la Congregazione delle Figlie della Divina Pastora, sullo spirito Calasanziano, a Sanlucar de Barrameda. In un viaggio a Cuba per portare l’annuncio di Cristo ai confini della Terra, sbocciò il suo amore per la scienza: dalle sue preparazioni furono commercializzati 12 medicinali, ebbe l’incarico di analizzare le acque del municipio di Sanlucar e fondò il Laboratorio Miguez, sempre orientato al “servizio dell’umanità dolente”. Difensore instancabile della libertà d’insegnamento, era un educatore nato, convinto che solo l’educazione potesse essere il cammino per raggiungere la felicità e rinnovare il mondo. Nella sua vita, conclusa nel 1925 nella città di Getafe, scienza e umiltà proseguirono sempre insieme.

110 saranno i nuovi Beati. Tra loro spicca Leopoldina Naudet, fiorentina vissuta tra diciottesimo e diciannovesimo secolo, istitutrice assieme alla sorella dei figli del Granduca di Lorena, che seguì a Vienna quando divenne imperatore asburgico. In seguito aderì al progetto di una fondazione femminile di spirito ignaziano e con finalità educative. Venuta in contatto con Santa Maddalena di Canossa, con la quale collaborò per 8 anni all’insegnamento delle classi più povere, fondò poi la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia.

Sono martiri della guerra civile spagnola uccisi in odio alla fede tra il 1936 e il 1937, gli altri prossimi Beati: padre Matteo Casals, sacerdote professo, superiore della comunità clarettiana di Sabadell; Teofilo Casajús, Scolastico professo; Fernando Saperas Aluja, fratello professo della comunità dei Clarettiani di Cervera, ucciso con 106 compagni della Congregazione dei Missionari Figli dell’Immacolato Cuore della Beata Vergine Maria.

Gli altri nuovi Venerabili Servi di Dio sono:

Giovanni Battista Foque, sacerdote diocesano; nato il 12 settembre 1851 e morto il 5 dicembre 1926.

Lorenzo dello Spirito Santo, religioso professo della Congregazione della Passione di Gesù Cristo; nato il 30 agosto 1874 e morto il 14 ottobre 1953.

Maria Raffaella del Sacro Cuore di Gesù, fondatrice della Congregazione delle Missionarie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria; nata il 2 gennaio 1814 e morta l’8 marzo 1899.

Clelia Merloni, fondatrice dell’Istituto delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù; nata il 10 marzo 1861 e morta il 21 novembre 1930.

Isidoro Zorzano Ledesma, laico, della Prelatura Personale della Santa Croce e dell’Opus Dei; nato il 13 settembre 1902 e morto il 15 luglio 1943.

Fonte www.radiovaticana.va

giovedì 15 dicembre 2016

The God of Our History

Thirsting Thursday
December 15, 2016

The God of Our History

“Worshipping the Lord means giving Him the place that he must have; worshipping the Lord means stating, believing - not only by our words - that He alone truly guides our lives; worshipping the Lord means that we are convinced before Him that He is the only God, the God of our lives, the God of our history.”  - Pope Francis

If you have enjoyed these emails please consider donating at LiveMercy.org One Time Donation

Year of Mercy Calendar for Today:  Examine your conscience today in preparation for confession this weekend.

martedì 13 dicembre 2016

BISHOP JAVIER ECHEVARRIA (1932-2016)

BISHOP JAVIER ECHEVARRIA
(1932-2016)

The friends and staff of the St. Josemaria Institute join in the prayers for the repose of the soul of Bishop Javier Echevarria, Prelate of Opus Dei, who passed away on the Feast of Our Lady of Guadalupe, December 12, 2016.
For news and information please visit:
www.opusdei.org

COME LORD, AND DO NOT DELAY
“We all have engraved on our hearts some words that, in the upcoming weeks, should leave their imprint on everything we do: veni, Domine, et noli tardare; come Lord, and do not delay. We are invited to turn our eyes to Christ, while recalling his terrestrial birth in Bethlehem and awaiting, also with joy and peace, his glorious coming at the end of time. If we were to fail to make this effort, our daily occupations, the monotonous succession of days almost always the same, could perhaps make our daily path seem tedious and uninteresting, and undermine the expectation of an encounter with the Saviour.

“Hence this marvelous cry of the Church: come, Lord Jesus! As Saint Bernard said, between the first and final advent comes an adventus medius, an intermediary coming of Christ, which marks the entire course of our existence. ‘This intermediary coming is, one could say, a path leading from the first to the last: in the first, Christ was our redemption; in the last, he will appear as our life; in this intermediary one he is our rest and our consolation.’

“In preparing ourselves for the imminent commemoration of Jesus’ birth in Bethlehem, these weeks spur us to realize how God draws close to us at each moment; he awaits us in the sacraments, especially Penance and the Eucharist, and equally in prayer, in the works of mercy. ‘Awaken! Remember that God comes! Not yesterday, not tomorrow, but today, now! The one true God, “the God of Abraham, Isaac and Jacob,” is not a God who is there in Heaven, unconcerned about us and our history, but he is the-God-who-comes.’”

Bishop Javier Echevarria
Letter from the Prelate
Rome | December 1, 2016

Chuck Schuldiner 1967 - 13thDecember2001

Oggi anniversario della morte di Chuck Schuldiner il filosofo del Death Metal 15 anni fa è morto a causa di un cancro al cervello, la sua musica è sempre con noi.


Today is Chuck Schuldiner 's death anniversary. He's been the philosopher of death metal. He died because of a brain cancer on the 13th of December 2001.  His music is always with us. May Chuck always rest in peace! 



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sabato 10 dicembre 2016

Preghiere a San Giuseppe e alla Santa Famiglia di Nazaret

Preghiere  a San Giuseppe e alla Santa Famiglia di Nazaret

Preghiera Ave o Giuseppe
"Ave o Giuseppe : uomo giusto, sposo verginale di Maria e padre davidico del Messia. Benedetto è il Figlio di Dio che a te fu affidato: Gesù.  San Giuseppe Patrono universale della Chiesa custodisci le nostre Famiglie nella Pace e nella Grazia Divina. E soccorrici nell'ora della nostra morte. Amen."

Preghiera alla Santa Famiglia (da Amoris Laetitia)

"Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore del vero amore,
a voi, fiduciosi, ci affidiamo.

Santa Famiglia di Nazaret,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazaret,
mai più ci siano nelle famiglie 
episodi di violenza, di chiusura e di divisione;
che chiunque sia stato ferito o scandalizzato
venga prontamente confortato e guarito.

Santa Famiglia di Nazaret,
fa’ che tutti ci rendiamo consapevoli
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
della sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltateci e accogliete la nostra supplica.
Amen."

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KENSINGTON STREETS

Kensington "Streets"
So, whenever they'll say that all we had is bound to fall
All together we'll stay (when they get in our way, when they get in our way)
Strange, how everything seems to float in grey and drown in gold
Stay, and everything's saved (when we're pulling our weight, when we're pulling our own weight down)
I'll rise and guess where I will go
I'll rise and guess where I (go)
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)
Say, that everything caves in on our way to grander goals
Wait, and everything's saved (when we let it all in, let it all in)
How, we're letting it rain, our own distress, our own mistakes
Wait, 'til everything breaks (when we're pulling our weight, when we're pulling our own weight down)
I'll rise and guess where I will go
I'll rise and guess where I (go)
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)
I'll rise and guess where I will go
I'll rise and guess where I will
I'll rise and guess where I will go
I'll rise and guess where I will
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)
Where do we go when the streets are calling (calling, calling)
How do we know when we reach our falling (falling, falling)

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AFRICA/CONGO RD Uccisa suor Clara che ha dedicato la vita a migliorare le condizioni delle ragazze

Fonte www.fides.org

AFRICA/CONGO RD Uccisa suor Clara che ha dedicato la vita a migliorare le condizioni delle ragazze

Kinshasa (Agenzia Fides) - Uccisa una religiosa congolese della Congregazione delle Suore Francescane Scolastiche di Cristo Re, suor Clara Agano Kahambu. Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio del 29 novembre, presso la parrocchia Mater Dei di Bukavu, capoluogo del Sud Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Secondo quanto riferiscono all’Agenzia Fides fonti della locale Arcidiocesi, suor Clara si trovava nel suo ufficio con una studentessa, quando un uomo si è presentato al guardiano della struttura dicendo che doveva iscrivere la propria figlia alla scuola religiosa. Una volta entrato l’uomo si è scagliata contro la suora colpendola con un coltello al collo. L’uomo è stato catturato ma per la religiosa, prontamente soccorsa, non c’è stato nulla da fare. È spirata nel giungere all’ospedale.
“A 40 anni questa vera fautrice dei diritti della donna se ne è andata…Si aggiunge alla lunga lista dei difensori dei diritti umani falcidiati nella nostra provincia” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides della Commissione diocesana “Giustizia e Pace”.
Il comunicato denuncia il degrado della sicurezza di Bukavu alla vigilia delle elezioni nazionali; la recrudescenza della violenza e degli attacchi nei confronti della popolazione in una città che pullula di militari e poliziotti; la circolazione in tutta impunità di individui chiaramente pericolosi e armati, alcuni dei quali malati di mente, che attaccano i passanti sotto lo “sguardo sorridente delle forze dell’ordine”. “Giustizia e Pace” ricorda che “persino l’Arcivescovo è stato attaccato a casa sua nel sonno”.
Suor Clara Agano era nata il 3 luglio 1976 nella parrocchia di Luofu, Diocesi di Butembo-Beni, figlia di Jean-Pierre e di Anastasia Kahindo quinta in una famiglia con dieci figli.
Il 16 novembre 2000 a Bukavu era stata ammessa nella Congregazione delle Suore Francescane Scolastiche di Cristo Re, con sede a Spalato; postulante dal 5 agosto 2001, ha iniziato il noviziato il 25 agosto 2002 ed ha emesso i voti perpetui il 2 agosto 2010.
Ha insegnato psicologia, pedagogia e catechesi. Era Preside della scuola "Marie Madeleine" a Bukavu e del centro pastorale "Mater Dei" dove insegnava a leggere e scrivere alle ragazze povere. (L.M.) (Agenzia Fides 2/12/2016)

Fonte www.fides.org

BAYONNE 15 BENETTON RUGBY 28, GRANDE PROVA DEI LEONI


BAYONNE 15 BENETTON RUGBY 28, GRANDE PROVA DEI LEONI

Treviso, 9 dicembre 2016

Marcatori: 5’ p. Allan, 12’ p. Meret, 18’ p. Allan, 28’ meta Odiete tr. Allan, 37’ p. Allan, 44’ meta Bigi, 51’ meta Sgarbi tr. Allan, 54’ meta Oulai tr. Meret, 75’ meta Thiery

Note: 42’ giallo a Duputs, 66’ giallo a Sgarbi.

Bayonne
15 Benjamin Thiery (C), 14 Ryan Tongia, 13 Bastien Fuster, 12 Thibault Lacroix (67’ Maile Mamao), 11 Julien Tisseron, 10 Lucas Meret (54’ Raphael Lagarde), 9 Bastien Duhalde (54’ Guillaume Rouet), 8 Jean-Blaise Lespinasse (59’ Maka Polutele), 7 Dion Evrard Oulai, 6 Arnaud Duputs, 5 Adam Jaulhac (59’ Pelu Ian Taele), 4 Guillaume Ducat, 3 Toma Taufa (56’ Ben Broster), 2 David Menage, 1 Jérôme Schuster (59’ Davit Khinchagishvili)

Benetton Rugby
15 David Odiete, 14 Andrea Pratichetti, 13 Luca Morisi (41’ Angelo Esposito), 12 Alberto Sgarbi (C), 11 Luca Sperandio, 10 Tommaso Allan, 9 Edoardo Gori, 8 Marco Barbini, 7 Abraham Steyn, 6 Marco Lazzaroni, 5 Dean Budd, 4 Marco Fuser, 3 Matteo Zanusso, (50’ Tiziano Pasquali) 2 Luca Bigi (46’ Davide Giazzon), 1 Nicola Quaglio (59’ Alberto De Marchi).

Nella terza giornata di Challenge Cup i Leoni hanno fatto visita ai francesi del Bayonne. Il match andato in scena allo Stade Jean Dauger è terminato 28 a 15 in nostro favore.

Benetton Rugby che parte subito bene, al quarto mischia vinta e punizione conquistata. Allan posiziona l’ovale sulla piazzola e realizza i primi tre punti dell’incontro. Al 12’ i padroni di casa pareggiano i conti dai 25 m con un piazzato di Meret.
Poco dopo sono ancora i Leoni a portarsi all’interno dei 22 avversari, altra occasione per mostrare la supremazia in mischia, quindi pack francese nuovamente sanzionato dall’arbitro Foley. Allan decide di andare ancora per i pali, il calcio del numero 10 è preciso e biancoverdi di nuovo in vantaggio.
Benetton Rugby padrone del gioco, Odiete viene fermato a pochi metri dalla meta. Leoni che restano comunque in avanti e dalla mischia conquistata è ancora il nostro estremo a rendersi pericoloso, questa volta il tuo tentativo va a segno con l’ovale che viene schiacciato oltre la linea. Allan dalla piazzola è preciso e porta i Leoni sopra di dieci punti.
Al 37’ nuova penalizzazione per il Bayonne con Tommaso Allan che non si lascia sfuggire l’opportunità di siglare altri tre punti sul tabellino.

Allo Stade Jean Dauger i Leoni chiudono il primo tempo in vantaggio 16 a 3.

Seconda frazione di gioco che si apre con i Leoni ancora in pieno controllo del match. Al 42’ i francesi si complicano la vita rimanendo in inferiorità numerica per il giallo estratto a Duputs. Trascorrono appena un paio di minuti ed il Benetton Rugby ne approfitta andando in meta con Luca Bigi, Allan questa volta dalla piazzola non è preciso.
I Leoni biancoverdi mantengono alta la pressione e le avanzante sortiscono nuovamente i loro effetti, al 51’ quando è capitan Sgarbi a varcare la linea di meta avversaria con l’ovale in mano.
Bayonne che prova a reagire nel finale, sfruttando anche la superiorità numerica per il giallo a Sgarbi, realizza due mete prima con Oulai e successivamente con l’estremo Thiery. Ma il tempo per provare ad agganciare i Leoni è ormai scaduto.

Nella terza giornata di Challenge Cup, il Benetton Rugby batte Bayonne 28 a 15.


Federico Arigano
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giovedì 8 dicembre 2016

From the St. Francis’ Canticle of Creatures. It is significant that Pope Francis drew the title of his encyclical, “Laudato Si” or “Praised Be”, from the opening words of this prayer.

From the
St. Francis’ Canticle of Creatures. It is significant that Pope Francis drew the title of his encyclical, “Laudato Si” or “Praised Be”, from the opening words of this prayer. We hope to combine our prayers with yours as we take a deep breath and pray:

Most High, all-powerful, good Lord,
Yours are the praises, the glory, and the honor, and all blessing,
To You alone, Most High, do they belong,
and no human is worthy to mention Your name.
Praised be You, my Lord, with all Your creatures,
especially Sir Brother Sun,
Who is the day and through whom You give us light.
And he is beautiful and radiant with great splendor;
and bears a likeness of You, Most High One.

Praised be You, my Lord, through Sister Moon and the stars,
in heaven You formed them clear and precious and beautiful.
Praised be You, my Lord, through Brother Wind,
and through the air, cloudy and serene, and every kind of weather,
through whom You give sustenance to Your creatures.
Praised be You, my Lord, through Sister Water,
who is very useful and humble and precious and chaste.
Praised be You, my Lord, through Brother Fire,
through whom You light the night,
and he is beautiful and playful and robust and strong.
Praised be You, my Lord, through our Sister Mother Earth,
who sustains and governs us,
and who produces various fruit with colored flowers and herbs.

Praised be You, my Lord, through those who give pardon for Your love,
and bear infirmity and tribulation.
Blessed are those who endure in peace
for by You, Most High, shall they be crowned.

Praised be You, my Lord, through our Sister Bodily Death,
from whom no one living can escape.
Woe to those who die in mortal sin.
Blessed are those whom death will find in Your most holy will,
for the second death shall do them no harm.
and serve Him with great humility.
Praise and bless my Lord and give Him thanks
and serve Him with great humility.

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Preghiera alla Vergine Maria

KENSINGTON DO I EVER and SORRY

KENSINGTON LYRICS
"Do I Ever"
Can’t sit around holding up my guard
Let it all go
Let it all go around
Go in and face the inevitable
Can’t figure out how to play my part
Where do I go?
How do I go around
Go in and make it inhabitable
Now let it all in
Cover up the arm that holds the weight
Raging on too long and all will stay
Unsolved
I let it throw me off my feet
I let it put me on my knees
What do I know
I ought to grow
But do I ever?
Can’t sit around hiding all my scars
Let them all show
Let them all know about
Go in and embrace the inevitable
Now let it all in
Cover up the arm that holds the weight
Raging on too long and all will stay
Unsolved
Take away all I could be
Take all the best of me away with it
I let it
Take away all I could see
Take all the best of me
away with it
I let it throw me off my feet
I let it put me on my knees
What do I know
I ought to grow
But do I ever?
I’ll let it tell me who to be
I’ll let it show me what to see
What do I know
I ought to grow
But do I ever?
Video 

KENSINGTON LYRICS

"Sorry"
Sorry for the road that I won't take
For the words that I won't say
For the love that I won't give
Sorry for the heart that I won't show
For the lengths that I won't go
For the life that you won't live
Sorry that I opened up my arms
You would never reach in time
Before they closed again
You will forget
And I won't remember it
When all I ever did was race in circles
You will forget
And all there's left will be
A faded memory
A dream you woke up from
Sorry for the oath that I won't take
For the vows that I will break
For the role that I won't play
Sorry that I'm raising up my walls
And whenever you reached over
You are thrown back to the start
You will forget
And I won't remember it
When all I ever did was race in circles
You will forget
And all there's left will be
A faded memory
A dream you woke up from
From the colour I would bring
To ending up again
Opening darkness
I wanted to hold you back from
The colour I would bring
To ending up again
Opening darkness
I wanted to hold you back
You will forget
And I won't remember it
When all I ever did was race in circles
You will forget
And all there's left will be
A faded memory
A dream you woke up from


Video


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venerdì 2 dicembre 2016

AFRICA/CONGO RD Uccisa suor Clara che ha dedicato la vita a migliorare le condizioni delle ragazze

Fonte www.fides.org

AFRICA/CONGO RD Uccisa suor Clara che ha dedicato la vita a migliorare le condizioni delle ragazze

Kinshasa (Agenzia Fides) - Uccisa una religiosa congolese della Congregazione delle Suore Francescane Scolastiche di Cristo Re, suor Clara Agano Kahambu. Il fatto è avvenuto nel primo pomeriggio del 29 novembre, presso la parrocchia Mater Dei di Bukavu, capoluogo del Sud Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Secondo quanto riferiscono all’Agenzia Fides fonti della locale Arcidiocesi, suor Clara si trovava nel suo ufficio con una studentessa, quando un uomo si è presentato al guardiano della struttura dicendo che doveva iscrivere la propria figlia alla scuola religiosa. Una volta entrato l’uomo si è scagliata contro la suora colpendola con un coltello al collo. L’uomo è stato catturato ma per la religiosa, prontamente soccorsa, non c’è stato nulla da fare. È spirata nel giungere all’ospedale.
“A 40 anni questa vera fautrice dei diritti della donna se ne è andata…Si aggiunge alla lunga lista dei difensori dei diritti umani falcidiati nella nostra provincia” afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides della Commissione diocesana “Giustizia e Pace”.
Il comunicato denuncia il degrado della sicurezza di Bukavu alla vigilia delle elezioni nazionali; la recrudescenza della violenza e degli attacchi nei confronti della popolazione in una città che pullula di militari e poliziotti; la circolazione in tutta impunità di individui chiaramente pericolosi e armati, alcuni dei quali malati di mente, che attaccano i passanti sotto lo “sguardo sorridente delle forze dell’ordine”. “Giustizia e Pace” ricorda che “persino l’Arcivescovo è stato attaccato a casa sua nel sonno”.
Suor Clara Agano era nata il 3 luglio 1976 nella parrocchia di Luofu, Diocesi di Butembo-Beni, figlia di Jean-Pierre e di Anastasia Kahindo quinta in una famiglia con dieci figli.
Il 16 novembre 2000 a Bukavu era stata ammessa nella Congregazione delle Suore Francescane Scolastiche di Cristo Re, con sede a Spalato; postulante dal 5 agosto 2001, ha iniziato il noviziato il 25 agosto 2002 ed ha emesso i voti perpetui il 2 agosto 2010.
Ha insegnato psicologia, pedagogia e catechesi. Era Preside della scuola "Marie Madeleine" a Bukavu e del centro pastorale "Mater Dei" dove insegnava a leggere e scrivere alle ragazze povere. (L.M.) (Agenzia Fides 2/12/2016)

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giovedì 1 dicembre 2016

AFRICA - Lotta all’Aids: non solo sfida contro il virus, ma promozione integrale dello sviluppo umano

Fonte www.fides.org

AFRICA - Lotta all’Aids: non solo sfida contro il virus, ma promozione integrale dello sviluppo umano

Kangemi (Agenzia Fides) – “I giovani dispongono di un potenziale enorme che purtroppo spesso non viene concesso loro di sfruttare al meglio”. E’ quanto si legge nel messaggio che p. Michael Lewis SJ, Presidente del Jesuit Superiors of Africa and Madagascar (JESAM) ha diffuso in occasione della Giornata Mondiale sulla lotta contro l’AIDS che si celebra oggi, 1 dicembre 2016. “L’African Jesuit AIDS Network (AJAN) – prosegue il sacerdote gesuita nel testo inviato a Fides - ci tiene a ribadire la ferma convinzione che la lotta all’AIDS non riguarda solo il sesso, né la semplice sfida contro il virus. Si tratta piuttosto di una promozione integrale dello sviluppo umano, non ultimo tra i giovani, per permettere loro di vivere la vita in pienezza e contribuire attivamente a portare avanti una società libera dall’AIDS”.
Padre Michael continua: “per affrontare il fenomeno Aids è fondamentale sollecitare il potenziale dei giovani per orientarli a prendere giuste decisioni e agire in maniera saggia. AJAN sta promuovendo questa maturazione tramite AHAPPY, un innovativo programma basato sui valori cristiani che è già stato sperimentato nelle scuole cattoliche e in altri istituti di formazione di nove Paesi dell’Africa subsahariana”.
Le statistiche sulla diffusione della pandemia tra i giovani sono preoccupanti, sottolinea il sacerdote. Il tasso di incidenza dei nuovi contagi tra gli adolescenti rimane particolarmente elevato: una media di 29 adolescenti vengono contagiati ogni ora in tutto il mondo, le ragazze di questa fascia di età rappresentano il 75% dei nuovi casi nell’Africa subsahariana. Nel continente, l’AIDS è la principale causa di morte tra gli adolescenti. “AHAPPY mira ad incoraggiare un pensiero critico e ad alimentare nei giovani la crescita dei valori morali, così che siano in grado di fare scelte sane in tutti gli aspetti della loro vita” conclude p. Lewis.
(AP) (1/12/2016 Agenzia Fides)

Fonte www.fides.org

venerdì 4 novembre 2016

Do you fast? By St. John Chrysostom

November 4, 2016

Do You Fast?

“Do you fast? Give me proof of it by your works.
If you see a poor man, take pity on him.
If you see a friend being honored, do not envy him.

Do not let only your mouth fast,
but also the eye and the ear and the feet and the hands
and all the members of our bodies.

Let the hands fast, by being free of avarice.
Let the feet fast, by ceasing to run after sin.
Let the eyes fast, by disciplining them not to glare at that which is sinful.
Let the ear fast, by not listening to evil talk and gossip.
Let the mouth fast from foul words and unjust criticism.

For what good is it if we abstain from birds and fishes,
but bite and devour our brothers and sisters?

May He who came to the world to save sinners, strengthen us to complete the fast with humility! Have mercy on us and save us.”  
- St. John Chrysostom

martedì 1 novembre 2016

01/11 #esseresanti by giovanignaziani SANTI: felici come Lui da questa, in questa e per questa vita

Fonte https://getupandwalk.me/2016/11/01/0111-esseresanti/

01/11 #esseresanti
by giovanignaziani
SANTI: felici come Lui da questa, in questa e per questa vita
“Vorrei ascoltare la tua voce nella sinagoga di Cafarnao, o sul monte delle beatitudini.” [Pedro Arrupe, ex-superiore maggiore dei gesuiiti]

Mt 5, 1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

Le beatitudini parlano innanzitutto di Gesù, dicono chi è Lui, dicono la Sua storia.

E quando si dice Gesù, la sua storia, si dice l’umanità, la nostra storia.

Egli trova dentro la vita quotidiana la felicità , il senso pieno della vita.
La felicità non è un desiderio che si realizzerà, ma una realtà che si può vivere oggi!

9 luoghi dove essere felici, di una felicità piena che può essere scambiata per follia … ma chi ama è folle, e chi è folle è felice!

Povertà, pianto, mitezza, fame e sete, misericordia, purezza, pace, persecuzioni, insulti anche qui in questa vita possono dare felicità piena. Lui stesso le ha vissute nella felicità, quella vera … non quella effimera che passa e che va rincorsa … è quella che nasce dalla vita e rimane nella vita! Per la vita!

Le beatitudini sono come la fede, sono la fede: non forniscono una garanzia, danno una prospettiva nuova … cogliamola!

Fonte https://getupandwalk.me/2016/11/01/0111-esseresanti/

November 1, 2016 All Saint's Day Tomorrow - St Francis de Sales

November 1, 2016
All Saint's Day

Tomorrow

“Do not look forward to what might happen tomorrow. Then same everlasting Father who cares for you today will take care of you tomorrow and every day. Either He will shield you from suffering or he will give you unfailing strength to bear it. Be at peace then and put aside all anxious thoughts and imaginations.” - St. Francis de Sales

domenica 23 ottobre 2016

Human by Rag'n'Bone Man

Human by
Rag'n'Bone Man

Lyrics
I'm only human
I'm only, I'm only
I'm only human, human

Maybe I'm foolish
Maybe I'm blind
Thinking I can see through this
And see what's behind
Got no way to prove it
So maybe I'm blind
But I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put your blame on me
Don't put your blame on me

Take a look in the mirror
And what do you see
Do you see it clearer
Or are you deceived
In what you believe
'Cause I'm only human after all
You're only human after all
Don't put the blame on me
Don't put your blame on me

Some people got the real problems
Some people out of luck
Some people think I can solve them
Lord heavens above
I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put the blame on me
Don't put the blame on me

Don't ask my opinion
Don't ask me to lie
Then beg for forgiveness
For making you cry
Making you cry
'Cause I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put your blame on me
Don't put the blame on me

Oh, some people got the real problems
Some people out of luck
Some people think I can solve them
Lord heavens above
I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put the blame on me
Don't put the blame on me

I'm only human
I make mistakes
I'm only human
That's all it takes
To put the blame on me
Don't put the blame on me

I'm no prophet or Messiah
Should go looking somewhere higher
I'm only human after all
I'm only human after all
Don't put the blame on me
Don't put the blame on me

I'm only human
I do what I can
I'm just a man
I do what I can
Don't put the blame on me
Don't put your blame on me

sabato 15 ottobre 2016

Feast of St. Teresa of Avila - Love St. Joseph!

October 15, 2016
Feast of St. Teresa of Avila

Love St. Joseph!

“Those who give themselves to prayer should in a special manner have always a devotion to St. Joseph; for I know not how any man can think of the Queen of the angels, during the time that she suffered so much with the Infant Jesus, without giving thanks to St. Joseph for the services he rendered them then.”
-  Saint Teresa of Avila

venerdì 14 ottobre 2016

AFRICA/CONGO RD - Circa 700 morti in 120 assalti in due anni nel Territorio di Beni


AFRICA/CONGO RD - Circa 700 morti in 120 assalti in due anni nel Territorio di Beni

Kinshasa (Agenzia Fides) - Circa 700 civili sono stati uccisi in 120 massacri dall’ottobre 2014 nel Territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, afferma un rapporto di Human Rights Watch. L’organizzazione umanitaria denuncia che il 13 agosto, un gruppo armato ha commesso uno dei peggiori massacri avvenuti nella zona, quando nel quartiere Rwangoma della città di Beni 40 persone sono state uccise e diverse abitazioni incendiate, malgrado la presenza di un forte contingente di soldati congolesi e di Caschi Blu della Missione ONU nella RDC.
L’ultimo massacro risale a domenica 9 ottobre, afferma un comunicato inviato all’Agenzia Fides dal CEPADHO, una Ong locale. Alcuni uomini appartenenti alle ADF (la formazione di origine ugandese responsabile della maggior parte degli assalti) o un gruppo affiliato, hanno assalito il quartiere Boykene nel comune di Rwenzori a nord-est della città di Beni.
Oltre a 7 civili morti, il bilancio dell’assalto è di 2 persone ferite, tre case e una scuola incendiate e distrutte. I civili morti sono tre donne e quattro uomini. Cinque delle vittime sono state uccise a colpi di fucile, altre due con il machete.
Gli assalitori si sono scontrati con un reparto militare ed hanno avuto due morti, mentre l’esercito ha annunciato la morte di un ufficiale. (L.M.) (Agenzia Fides 11/10/2016)

Fonte www.fides.org

sabato 8 ottobre 2016

Being Faithful by Mother Teresa

October 8, 2016
Marian Jubilee

Being Faithful


"Be faithful in small things because
it is in them that your strength lies."
- Mother Teresa

mercoledì 5 ottobre 2016

Worshiping the Lord by Pope Francis

Wisdom Wednesday


October 5, 2016

Worshiping the Lord

"Worshiping the Lord means giving Him the place that He must have; worshiping the Lord means stating, believing - not only by our words - that He alone truly guides our lives; worshiping the Lord means that we are convinced before Him that He is the only God, the God of our lives, the God of our history."  - Pope Francis

martedì 4 ottobre 2016

Feast of St. Francis of Assisi

October 4, 2016
Feast of St. Francis of Assisi

A Gloomy Face

“It is not fitting, when one is in God's service, to have a gloomy face or a chilling look.”
- St. Francis of Assisi

On this feast day, take a moment to read the "Canticle of the Sun" by St. Francis.  It is a hymn of joyous praise to God for all that He gives to us.

lunedì 3 ottobre 2016

AFRICA/EGITTO - Al Azhar organizzerà una Conferenza internazionale sulla pace con la partecipazione delle Chiese d'Oriente

AFRICA/EGITTO - Al Azhar organizzerà una Conferenza internazionale sulla pace con la partecipazione delle Chiese d'Oriente

Il Cairo (Agenzia Fides) - L'Università islamica di al Azhar organizzerà nei primi mesi del 2017, in cooperazione con il Consiglio islamico degli Anziani, una Conferenza internazionale sulla pace, la convivenza e il dialogo intereligioso, a cui prenderanno parte attiva anche i rappresentanti delle Chiese cristiane d'Oriente. La notizia è stata rilanciata dalla stampa egiziana in margine a un incontro avvenuto a metà della scorsa settimana; tra Hamad bin Isa al Khalifa, Monarca del Bahrein, e lo Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam di Al Azhar.
Il Consiglio Islamico degli Anziani è un organismo internazionale indipendente creato nel luglio 2014 come strumento per promuovere la pace tra le comunità islamiche. La sua sede è situata ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), e tra i suoi obiettivi figura anche il proposito di “porre fine al settarismo e alla violenza che affliggono da decenni il mondo musulmano”.
L'impegno diretto di al Azhar sul terreno del dialogo interreligioso a favore della pace e del contrasto a ogni forma di violenza è stato confermato anche dalla partecipazione dello stesso Imam al Tayyeb all'incontro svoltosi a Ginevra dal 30 settembre al primo ottobre, che ha visto riuniti insieme una delegazione del Consiglio mondiale delle Chiese (WCC) e rappresentanti del Consiglio islamico dei saggi. Durante la sua permanenza a Ginevra, il Grande Imam al Tayeeb ha anche tenuto una relazione sul ruolo dei leader religiosi nella costruzione della pace, ospitata nell'Istituto ecumenico di Bossey – appartenente allo stesso WCC - nel contesto del settantesimo anniversario della fondazione dell'Istituto.
L'incontro – si legge tra l'altro nel comunicato finale della Conferenza, pervenuto all'Agenzia Fides – ha affermato la necessità per i membri di tutte le comunità religiose “di avere eguali diritti e responsabilità come cittadini dei rispettivi Paesi”. Per il prossimo anno, la collaborazione tra WCC e Consiglio musulmano dei Saggi proverà anche ad esplorare insieme le vie opportune per affermare il “contributo vitale” che le donne possono offrire all'opera di promozione della pace motivata dalla propria fede religiosa. (GV) (Agenzia Fides 3/10/2016)
Fonte www.fides.org

sabato 1 ottobre 2016

Some Small Thing by St Therese of Lisieux

October 1, 2016
Feast of St. Therese of Lisieux

Some Small Thing

“Miss no single opportunity of making some small sacrifice, here by a smiling look, there by a kindly word; always doing the smallest right and doing it all for love.”  - St. Therese of Lisieux

mercoledì 28 settembre 2016

Papa: onoriamo eredità di Shimon Peres, uomo di pace

Fonte www.radiovaticana.va

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Papa: onoriamo eredità di Shimon Peres, uomo di pace

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Il Papa si è detto “profondamente rattristato” per la morte dell’ex presidente israeliano Shimon Peres. In un telegramma indirizzato all’attuale capo di Stato di Israele, Reuven Rivlin, Francesco rivolge le sue “sentite condoglianze” a tutto il popolo israeliano, ricordando con affetto il tempo passato con Peres in Vaticano e rinnovando il suo “grande apprezzamento” per i suoi “sforzi instancabili” a favore della pace.

Il Pontefice auspica che la memoria di Shimon Peres ispiri tutti “a lavorare con sempre maggiore urgenza per la pace e la riconciliazione tra i popoli. In questo modo, la sua eredità sarà veramente onorata e il bene comune per il quale ha lavorato così diligentemente troverà nuove espressioni”, mentre “l'umanità si sforza di avanzare sul cammino verso una pace duratura”.

Quindi conclude: “Con l'assicurazione delle mie preghiere per quanti sono in lutto, soprattutto per la famiglia Peres, invoco le benedizioni divine di consolazione e forza sulla nazione”.

ASIA/TERRA SANTA - Il Vescovo Shomali: “Peres uomo di pace. In Israele c'è bisogno di uomini come lui”

ASIA/TERRA SANTA - Il Vescovo Shomali: “Peres uomo di pace. In Israele c'è bisogno di uomini come lui”

Gerusalemme (Agenzia Fides) - “Abbiamo perso un grande uomo. Uomo del dialogo inter-religioso e inter-culturale. Un uomo di pace. Preghiamo perchè in Israele sorgano uomini come lui, perchè abbiamo tanto bisogno di uomini così, in questi tempi”. Così il Vescovo William Shomali, Vicario patriarcale per Gerusalemme e la Palestina del Patriarcato latino di Gerusalemme, commenta per l'Agenzia Fides la scomparsa dell'ex Presidente israeliano Shimon Peres, spentosi oggi, 28 settembre, all'età di 93 anni. Qualche giorno fa l'anziano leader era stato ricoverato presso l'ospedale Sheba di Tel Aviv in seguito a un'ischemia cerebrale.
Shimon Peres è stato a lungo esponente di primo piano del Partito Laburista Israeliano, da lui guidato ininterrottamente dal 1977 al 1992 e successivamente a più riprese sino al 2005. Prima di divenire Presidente d'Israele - dal 2007 al 2014 – aveva rivestito diversi alti incarichi di governo, compresi quelli di Primo ministro (1984-1986 e 1995-1996) e Ministro degli esteri (1986-1988, 1992-1995 e 2001-2002). Nel 1994 a Peres era stato assegnato il Premio Nobel per la Pace insieme a Yitzhak Rabin e Yasser Arafat per gli sforzi nel processo di pace nel Vicino Oriente, culminati con gli Accordi di Oslo.
Nella sua lunga carriera politica. Peres ha incontrato tre Pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. L'ultimo suo incontro con l'attuale Vescovo di Roma era avvenuto in Vaticano lo scorso 20 giugno. Nel'ottobre 2010, interpellato dalla rivista 30Giorni circa le relazioni tra Israele e la Santa Sede, l'allora Presidente israeliano rispose: “I rapporti sono i migliori possibili da duemila anni a questa parte. Dai tempi di Gesù a oggi non abbiamo mai mantenuto relazioni migliori”. (GV) (Agenzia Fides 28/9/2016)
Fonte www.fides.org

lunedì 26 settembre 2016

Ecological Examen by: Joseph Carver, SJ

From http://www.sjweb.info/sjs/pjnew/PJShow.cfm?pubTextID=10153

Ignatian Spirituality and Ecology: entering into conversation

Joseph Carver SJ
The tradition of Ignatius provides a foundational dimension to the spirituality of the contemporary Church. In examining aspects of this spirituality, we can allow our 'kinship' with the Earth and all of creation to inform our encounter with the Incarnate Christ.  Ignatian spirituality demands a critical awareness of the environment in our daily lives, moving us from a sense of mere stewardship of the Earth to a deeper covenant of membership in the order of creation. This view is not merely instrumental but sacramental: the very relational quality of God as actualized in creation. This perspective recognizes that we are engaged in a relationship with the Incarnate God, and must therefore see ourselves as kin with all creation, both biologically and spiritually. This point of view demands an ecological conversion by which we address the current environmental crisis with a fresh recognition of our kinship with all creation.  This newfound communion enables us to overcome abstraction and know the bonds of Heaven to Earth, of Spirit to Matter.

Any contemporary theology that claims to address the ecological crisis will need to be a theology that understands the human person as part of the natural world. My assertion is that Christians have a particular role in the environmental movement because of our understanding of both the Incarnation and communion. A communal theology, which takes seriously the incarnational grounding of our human identity, transforms humanity's relationship to the natural world and inspires an enriched approach to the ecological movement. Ignatian Spirituality offers a unique point of entry into ecological spirituality and thus the restoration of creation. When the great themes of Christian theology, such as covenant and incarnation, are brought to our contemporary understanding of ecology with an attitude that is critical yet respects the beauty and depth of both disciplines, they raise our ecological vision from one of mere materialism to one of reconciliation, re-creation, and ultimately resurrection. What follows is a very brief consideration of the topic. I do not pretend to offer a full realization of what will come from this meeting of Ignatian Spirituality and an ecological imagination, but I hope to offer a two initial steps.

         The daily examen and Ignatian imaginative prayer are two clear ways to cultivate an ecological sensitivity in one's interior life. We are well aware that God continually draws each one of us to Himself in and through Christ. We experience God's action in our feelings, moods, actions and desires. We believe that God reveals Himself in our feelings as much as He does in our clear and distinct ideas. Allowing God to draw us more intimately, we must first let Him draw us at the core of our being, which means becoming more aware of our feelings. Here we recognize God's ceaseless invitation to come closer, to be more like God, to be one with God. Additionally, we become conscious of our resistance to God, which arises from sin in ourselves and in the world about us. Using the technique of the examen with an ecological lens allows us to reflect prayerfully on the events of the day.  We are able to witness our relationship with creation, and to detect God's presence and discern God's direction for us. The goal of the examen is a discerning heart. The purpose of the Ecological Examen is discerning how God is inviting us individually to see how we are responding with greater sensitivity.

         The five movements in the Ecological Examen parallel the traditional examen. We begin with thanksgiving and gratitude for the covenant God offers in the gift of God's self in all creation. Second, we specifically request to have our eyes opened by the Spirit as to how we might care for creation. Third, we review the challenges and joy experienced in this care. Asking God: "How was I drawn into God today through creation?" How were we being invited to respond to God's action in creation? Is there some part of our relationship with creation that is in need of change? Fourth, asking for a true and clear awareness of our sinfulness, whether it be a sense of superiority or a failure to respond to the needs of creation. Finally, hope. We ask for hope in the future, asking for greater sensitivity to trust in God's living presence in all creation.

Ecological Examen by: Joseph Carver, SJ

All creation reflects the beauty and blessing of God's image. Where

was I most aware of this today?

Can I identify and pin-point how I made a conscious effort to care

for God's creation during this day?

What challenges or joys do I experience as I recall my care for

creation?

How can I repair breaks in my relationship with creation, in my

unspoken sense of superiority?

As I imagine tomorrow, I ask for the grace to see the Incarnate

Christ in the dynamic interconnections of all Creation.

Conclude with the prayer of Jesus:

The glory that you have given me I have given them, so that they

may be one, as we are one, I in them and you in me, that they may

become completely one, so that the world may know that you have

sent me and have loved them even as you have loved me. (Jn 17:22-23)   

The examen, like the Spiritual Exercises, progresses to the point of exhorting us to a total commitment to the life of Christ. Inspired by the Spirit, looking at the events in our lives and on the earth from an ecological perspectives moves us to deepen our commitments, returning to daily life with enthusiasm, inspired to transform, heal and recover the natural environment. In my experience the practice of the Ecological Examen has led to profound experiences of gratitude, for the gifts of creation most especially. This examen teaches us our ultimate purpose "to praise, reverence and serve God" in such a way that a Christian environmental response is part and parcel of everything we do. The goal is therefore to make this response part of our service to each other, to our communities, and to all creation. Like the traditional examen, the Ecological Examen leads us to three steps: awareness, appreciation and commitment. Awareness involves taking off our societal blinders that keep us focused on our own pursuits. From awareness comes appreciation; we cannot appreciate what we are unaware of, or not in relationship with. Appreciation leads to respect and love; all creation has value because God made it thus. In this way we learn to appreciate those things we would only previously tolerate, and treat as objects; now we begin to see and learn of their critical importance to the rest of the community of creation. Suddenly we find we are imitating the dung beetle in our kitchen composting, and building turbines that mimic the flippers of humpback whales. Creation becomes an indispensible teacher rather than an intolerable scavenger. Finally, appreciation leads us to committed action. We move beyond reuse and recycling, beyond stewardship, to restoration and renewal.

Similar graces come from using our imagination in prayer to contemplate scenes from the gospel, and not simply from a human point of view. A short time ago, as I sat with a retreatant, it was clear to me that he was spinning. He was on day 6 of the Third Week of the Exercises, preoccupied not with Christ but with the intensity of His suffering, speaking again and again of the gruesomeness of the contemplations. As we came to the end of our time, I invited him to place Christ in the tomb by the end the day. He agreed. Though I rarely give this directive, holding on to my piece of gneiss, I felt compelled by the Spirit. I invited him to consider imagining himself as the tomb itself in the contemplation. Again, he agreed. When we met late the next day, he tearfully said 4 words: "Christ rose within me." Deeply consoled and joyful, he went on to recount the powerful contemplation he had experienced at the tomb.

A resurrection-centered approach to the environment begins in God moving us toward the realization of this love in all created things. This paradox of love resides at the very centre of the gospel and core of the Exercises. The centre of Ignatius' spiritual experiences is the awareness of Christ's divine love present and at work in the world. Therefore, finding God at work in the creation for Ignatius does not begin with creation and ascend from there by some form of purification of the senses, but begins in God and moves into and through creation. Developments since the era of high scholasticism have not fundamentally changed this basic mystery of God's relationship to creation. Teilhard de Chardin, for example, thought it his life's work to reintegrate spirituality with the Earth.  He accomplished much towards that end; however his thinking ends by subsuming all material creation within human transformation. As he writes: "In a convergent universe, every element finds its fulfillment, not directly in its own perfection, but in its incorporation into the unity of a superior pole of consciousness in which it can enter into communion with all others. Its worth culminates in a transmutation into the other, in a self-giving excentration."[1] Or again, "the end of the world; the overthrow of equilibrium, detaching the mind, fulfilled at last, from its material matrix, so that it will henceforth rest with all its weight in God's Omega."[2] These and other passages indicate that Teilhard saw the universe as being subsumed into human fulfillment in Christ.  Thus we are invited to enter into the scene as if we were part of the natural world - a seed planted, the hewn rock tomb of Christ, the oil anointing Christ's feet. With literally hundreds of opportunities in the gospels and seemingly endless examples when we include the Hebrew scriptures and the Psalms, these contemplations cannot help but provoke feelings of gratitude and compel us towards action on behalf of creation. Contemplating such scenes evokes courage and a new kind of reverential humility for the gift of creation - the same virtues Jesus cultivated in following the will of God. Combining this new language of images with the wonder and grace of creation has the power to heal.

Two years ago, when directing an eight day retreat, I invited a woman to prayer with Mark 4:26-29, the parable of the growing seed. She was grieving deeply over her inability to conceive and for many years suffered from a profound sense of shame and guilt. Entering into this contemplation as the soil, she experienced a profound sense of healing. She returned the following day filled with joy to recount how she "had given birth to God's Word...a living Word!" She spoke of the profound sense of being both a disciple and mother. (I have often wondered if any physical healing came from this spiritual grace. Whether or not it did, her "healing" gave her a mission, and in living this mission she remains a healing presence in the world.)

God certainly enlightened Ignatius as to the Trinity in creation. "One day while reciting the hours of our Lady on the steps of some monastery...he saw the Holy Trinity under the figure of three [organ] keys,"[3] The fullness of the chord and the harmony drew forth tears. (This is the first time Ignatius speaks of tears.) He could not stop talking of the Trinity and spoke of his visions of rays, the manner in which God created the earth, and the luminosity of creation. It is hard to ignore the experience of the Cardoner; there is little doubt that Ignatius related this experience and all these things as God's way of guiding souls more deeply into the principles of discernment.[4] Whether it was from the rooftop of the Curia in Rome or at the starry heavens of Loyola, he certainly beheld the stars with new eyes as well as "the other things on the face of the earth." [SpEx 23]. It is not surprising that right up to the end of his life Ignatius references these unifying visions in the Exercises, letters, the Constitutions, and in all sorts of decisions. I cannot help but believe that Ignatius would delight in the beautiful ironic truth that he himself is composed of stardust. The stars that taught him so much about reverence, awe, and wonder are composed of the very same elements of which he himself is composed -- God delighting in the very same elements in each.

When the 35th General Congregation of the Society of Jesus sought to articulate the mission of the Society today, it spoke of our need to create right relationships, especially in three areas: first, reconciliation with God, second, reconciliation with one another, and third, reconciliation with creation. (I am reminded of Pope Paul III's charge to Ignatius to include the hearing of confessions when he sought approval of the founding documents of the Society.) While the first two have a long history in the Church, the last has often been forgotten, emerging only today in a time of grave ecological challenge and profound new insight into the richness of our incarnational heritage. The Congregation, realizing this new reality, challenges Jesuits and all those inspired by the spirituality of Ignatius to "move beyond doubts and indifference to take responsibility for our home, the Earth."[5] This investigation is my attempt to take the call of the Congregation seriously; but more, to show how this call to a Eucharistic ecology emerges from-and has often been overlooked within-the long sacramental tradition of the Church and the incarnational spirituality of Ignatius, especially as seen in the Spiritual Exercises.

In his letter promulgating the Decrees of General Congregation 35, the Superior General of the Society of Jesus, Adolfo Nicolás wrote: "The task now at hand lies with the whole Society. It is our responsibility to 'receive' the decrees and to give them life in our ministries, communities and personal lives. Our experience has taught us that the success or failure of a General Congregation does not lie in documents but in the quality of lives which are inspired by them. Because of this, I earnestly exhort all Jesuits to read, study, meditate on and appropriate these decrees. Likewise, I encourage you to enrich them with the depth of your own faith and insight."[6] In this brief article, I have attempted to respond to the call of Father General and engage in the mission offered by the Congregation.[7] Today, as the world can no longer sustain the dichotomies of spirit versus matter, or ecology versus spirituality, it is up to us-perhaps especially those of us graced by the gift of Ignatian spirituality-to reconcile these opposites for the life of the world, thus responding to the encouragement expressed in the letter of promulgation for the General Congregation. I have tried in this work to take the various inspirations found in our tradition, and "give them life" through my own "faith and insight".

[1] See Teilhard de Chardin, The Future of Man, trans. N. Denny (N.Y.: Harper & Row, 1959), 76.

[2] See Teilhard de Chardin, Phenomenon of Man, 287f.

[3] Spiritual Journal, Obras Completas de San Ignacio (Madrid, 1952), 748.

[4] Obras Completas, 669.

[5] Documents of the 35th General Congregation of the Society of Jesus, Decree 3: Challenges to our Mission Today "Reconcilation with Creation" accessed March 1, 2009.

[6] "Letter of Promulgation" accessed March 1, 2009 http://onlineministries.creighton.edu/CollaborativeMinistry/GC35/prmlgtn

[7] This mission is succinctly presented in the opening quotation and initial paragraphs of Part II (page 24).

In the Evening of Life

In the Evening of Life

“In the evening of life we shall be judged on love, and not one of us is going to come off very well, and were it not for my absolute faith in the loving forgiveness of my Lord I could not call on him to come.”
-  Madeleine L'Engle

sabato 24 settembre 2016

ASIA/SIRIA - A Aleppo la preghiera dei bambini. Per implorare la fine delle stragi di bambini Aleppo

ASIA/SIRIA - A Aleppo la preghiera dei bambini. Per implorare la fine delle stragi di bambini Aleppo (Agenzia Fides) –
Centinaia di bambini e bambine di Aleppo, cristiani e musulmani, si incontreranno il 6 ottobre, per chiedere con le loro preghiere che nella città martoriata in cui vivono, e in tutta la Siria, si fermi la spirale di morte scatenatasi in questi ultimi giorni con particolare crudeltà proprio sui più piccoli e inermi. Lo riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Boutros Marayati, alla guida dell'arcieparchia armena cattolica di Aleppo. L'iniziativa, partita su impulso dei Padri Francescani, coinvolgerà in primo luogo gli alunni delle scuole. Metteranno anche le loro firme e le loro impronte su un appello per chiedere ai potenti del mondo di por fine alle stragi che si accaniscono con particolare crudeltà sui bambini, che in tuttte le guerre sono i più vulnerabili. “Ma soprattutto pregheranno. Pregheranno per tutti i loro coetanei. E confidiamo nel fatto che la preghiera dei bambini è più potente della nostra”, aggiunge l'Arcivescovo Marayati.

I bombardamenti e le stragi di civili hanno manifestato proprio a Aleppo in maniera devastante il naufragio della tregua fragile e parziale proclamata meno di due settimane fa. A questo riguardo, l'Arcivescovo Marayati è in grado di fornire notizie di prima mano su ciò che sta avvenendo – potrebbe avvenire – nella metropoli siriana: “Mercoledì scorso - riferisce l'Arcivescovo armeno cattolico – i rappresentanti del governo e dell'esercito siriani hanno convocato una riunione per spiegare che di lì a poco avrebbero diffuso un appello alla popolazione civile insediata nei quartieri sotto il controllo dei ribelli. L'appello, diffuso con la televisione e coi social network, avvertiva che sarebbero stati lasciati aperti dei varchi per permettere alla popolazione di lasciare quei quartieri, e dirigersi in aree indicate come sicure, senza timore di subire rapprresaglie. In effetti, molte famiglie di civili hanno lasciato quei quartieri e sono state a ccolte nella zona controllata dall'esercito governativo, a conferma che l'appello era in qualche modo arrivato a destinazione. Per i gruppi che arrivavano, sono state presdisposte anche strutture abitative per l'accoglienza. Ma non è stata un'evacuazione di massa. Forse molti non possono uscire. E l'appello conteneva anche una data di scadenza, e l'ultimatum scade nei prossimi giorni. C'è dunque il pericolo che si scateni presto un nuovo vortice di bombe e di sangue, se le potenze che stanno dietro alle due parti in guerra non decidono di porre davvero fine a questa guerra sporca”. (GV) (Agenzia Fides 24//2016).
Fonte www.fides.org

venerdì 23 settembre 2016

L'aborto è il male assoluto!

AMERICA/PERU' - I Vescovi: “l’aborto non è il male minore, è il male assoluto”

Lima (Agenzia Fides) - “Famiglia, vivi la gioia dell’amore”: era questo il tema della XXII Giornata per la vita, celebrata qualche giorno fa in Perù a conclusione della Settimana nazionale della famiglia. “La vita umana – scrive la Commissione episcopale per la Vita e la Famiglia in un messaggio pubblicato sul proprio sito web – è un dono sacro, soprattutto nelle prime fasi del concepimento. Il Signore ci ha amati prima ancora di crearci, nel suo pensiero, e ci ha creati per amarci e per amare”. Nel loro comunicato i vescovi lanciano l’allarme riguardo alla recente decisione del Tribunale di Lima di avviare la consegna gratuita della “pillola del giorno dopo” nei Centri sanitari del Paese. Questo farmaco, spiegano i presuli peruviani, rappresenta “un attentato alla vita umana, soprattutto a quella dei più piccoli ed indifesi, che non hanno voce”. Viene inoltre lanciato un richiamo allo Stato, affinché – dal momento che la tutela della vita è citata nell’articolo 2 della Costituzione nazionale – ricordi che “la sua funzione è quella di rispettare e promuovere i diritti umani di tutti i peruviani, senza discriminazioni di alcun genere, tanto meno di età o impossibilità di agire”.
(AP) (22/9/2016 Agenzia Fides)

Fonte www.fides.org

giovedì 15 settembre 2016

lunedì 12 settembre 2016

Santo Nome di Maria - Dalle «Omelie in lode della Vergine Madre» di san Bernardo, abate

Dalle «Omelie in lode della Vergine Madre» di san Bernardo, abate (Hom. 2, 17, 1-33: SCh 390, 1993, 168-170)

In ogni circostanza pensa a Maria e invocala
«E il nome della Vergine era Maria» (Lc 1, 27), dice l'Evangelista. Facciamo qualche riflessione anche su questo nome, che significa, a quanto dicono, «stella del mare», e che conviene sommamente alla Vergine Madre. Ella infatti viene paragonata con molta ragione a una stella: come questa emette il suo raggio senza corrompersi, così la Vergine partorisce il Figlio senza subire lesione. Il raggio non diminuisce lo splendore della stella, né il Figlio l'integrità della Vergine. Ella è dunque quella nobile stella uscita da Giacobbe (cfr. Nm 24, 17), il cui raggio illumina l'universo intero, il cui splendore rifulge nei cieli, penetra negli inferi, percorre le terre e, riscaldando più le menti che i corpi, favorisce lo sbocciare delle virtù e brucia i vizi. Sì, è lei quella fulgida e singolare stella che doveva innalzarsi sopra questo mare spazioso e vasto (cfr. Sal 103, 25), brillante per i suoi meriti, luminosa con i suoi esempi.
O tu che, nelle fluttuazioni di questo mondo, ti accorgi di essere sbattuto dalle burrasche e dalle tempeste piuttosto che di camminare sulla terra ferma, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dalle tempeste! Se si levano i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde della superbia, dell'ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira o l'amore al denaro o i piaceri illeciti della carne scuotono la navicella del tuo cuore, guarda a Maria. Se, sconvolto dall'enormità dei tuoi peccati, turbato dalla sporcizia della tua coscienza, atterrito dalla paura del giudizio, cominci a precipitare nel baratro della tristezza, nell'abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Che ella non si allontani mai dalla tua bocca, non si allontani mai dal tuo cuore, e, per ottenere il soccorso della sua preghiera, segui l'esempio della sua vita. Seguendo lei non devierai, pregando lei non ti scoraggerai, pensando a lei non sbaglierai; se lei ti tiene per mano non cadi, se lei ti protegge non temi, se lei ti fa da guida non ti affatichi, se lei ti è favorevole arrivi al porto. Così in te stesso sperimenterai quanto è giusta questa parola: «E il nome della Vergine era Maria».

AFRICA/TANZANIA -Terremoto nel nord-ovest: “Le operazioni di soccorso sono scattate rapidamente” dice il Vescovo di Rulenge-Ngara

AFRICA/TANZANIA -Terremoto nel nord-ovest: “Le operazioni di soccorso sono scattate rapidamente” dice il Vescovo di Rulenge-Ngara

Dar es Salaam (Agenzia Fides) - “Il terremoto non è stato molto forte nella mia diocesi, ma alcune aree hanno subito dei danni. Anche alcune strutture ecclesiastiche hanno subito dei danni, come il seminario minore ed una parrocchia” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Severine Niwemugizi, Vescovo di Rulenge-Ngara, nel nord-ovest della Tanzania, colpita il 10 settembre da un terremoto di magnitudine 5,7.
“La maggior parte delle vittime sono nella zona di Bukoba” dice Mons. Niwemugizi. Secondo notizie di agenzia, il bilancio ufficiale provvisorio conta 16 morti, 253 feriti e 840 edifici distrutti.
“Le operazioni di soccorso sono in corso. Il governo ha reagito velocemente, anche se occorre tempo per raggiungere tutte le aree colpite” dice Mons. Niwemugizi. “So per certo che il Vescovo di Bukoba, Mons. Desiderius Rwoma, sta organizzando le operazioni di aiuto della Chiesa perché alcune parrocchie sono state colpite. Le comunicazioni telefoniche con l’area sono però difficili e al momento non è facile avere informazioni aggiornate” conclude il Vescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 12/9/2016)

Fonte www.fides.org

lunedì 5 settembre 2016

mercoledì 31 agosto 2016

31 Agosto Santi Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo - Ufficio delle Letture

La città di Ramleh si vuole corrisponda all’antica Arimatea, patria di Giuseppe, il nobile decurione che offrì la tomba nuova per la sepoltura di Gesù. La Custodia ha dedicato qui la chiesa ai santi Giuseppe e Nicodèmo, che erano entrambi discepoli di nascosto, per timore dei giudei, e tuttavia resi coraggiosi davanti alla morte di Gesù.
Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, membro autorevole del Sinedrio, uomo buono e giusto, non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri all’atto della condanna di Gesù. È citato da tutti e quattro gli evangelisti (Mt 27, 57-60; Mc 15, 42-46: Lc 23, 50-56; Gv 19, 38-42): fu lui ad andare da Pilato a chiedere il corpo di Gesù. Suo era il giardino accanto al Gòlgota, con un sepolcro nuovo in cui nessuno era stato ancora posto e dove provvide alla sepoltura di Gesù aiutato da Nicodèmo e dalle donne.
Nicodèmo era un fariseo, uno dei capi dei Giudei: andò da Gesù di notte, riconoscendolo maestro perché nessuno può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui (Gv 3, 1-20). Lo ritroviamo quando alcuni di loro volevano arrestare Gesù (Gv 7, 50) e lui si oppose richiamando i capi dei sacerdoti e dei farisei alla Legge. Insieme a Giuseppe (Gv 19, 39-42) calò il corpo di Gesù dalla croce, ed egli provvide circa 30 chili di una mistura di mirra e àloe per la sepoltura.

INVITATORIO

V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.

Ant. Venite, adoriamo Cristo Signore, morto e sepolto per noi.

SALMO 94 - Invito a lodare Dio
Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13)

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.)

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dei.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.)

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,*
il gregge che egli conduce. (Ant.)

Ascoltate oggi la sua voce: †
«Non indurite il cuore, *
come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: †
mi misero alla prova *
pur avendo visto le mie opere. (Ant.)

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo». (Ant.)

Gloria al Padre e al Figlio, *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

Ant. Venite, adoriamo Cristo Signore, morto e sepolto per noi.

INNO

O audaci discepoli di Cristo,
già possedete in pienezza
la gioia beata del cielo,
corona del servizio a Cristo.

Ascoltate con orecchio benigno
le lodi, con sacro canto
che noi, ancora esuli dalla patria,
effondiamo in vostro onore.

Ardenti d’amore al Maestro,
portaste per la sua sepoltura,
sindone, mirra e àloe:
ferventi di autentico zelo.

Ora, rivestiti di gloria,
accogliete i desideri di tutti:
seguire il vostro esempio,
ardenti d’intrepido coraggio.

Sia gloria e potere a Dio solo
lode e onore nell’alto dei cieli,
Egli che con le sue leggi,
tutto regola e governa. Amen.

1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
tu gli hai dato splendore e bellezza.

SALMO 20, 2-8. 14

Signore, il re gioisce della tua potenza, *
quanto esulta per la tua salvezza!
Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, *
non hai respinto il voto delle sue labbra.

Gli vieni incontro con larghe benedizioni; *
gli poni sul capo una corona di oro fino.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, *
lunghi giorni in eterno, senza fine.

Grande è la sua gloria per la tua salvezza, *
lo avvolgi di maestà e di onore;
lo fai oggetto di benedizione per sempre, *
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.

Perché il re confida nel Signore: *
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.

Alzati, Signore, in tutta la tua forza; *
canteremo inni alla tua potenza.

1 ant. Ti ha chiesto la vita, Signore:
tu gli hai dato splendore e bellezza.

2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
cresce dall'alba fino al pieno giorno.

SALMO 91, 2-9

E' bello dar lode al Signore *
e cantare al tuo nome, o Altissimo,

annunziare al mattino il tuo amore, *
la tua fedeltà lungo la notte,
sull'arpa a dieci corde e sulla lira, *
con canti sulla cetra.

Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, *
esulto per l'opera delle tue mani.

Come sono grandi le tue opere, Signore, *
quanto profondi i tuoi pensieri!
L'uomo insensato non intende *
e lo stolto non capisce:

se i peccatori germogliano come l'erba *
e fioriscono tutti i malfattori,
li attende una rovina eterna: *
ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore.

2 ant. La strada dei giusti è come la luce:
cresce dall'alba fino al pieno giorno.

3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano.

SALMO 91, 10-16

Ecco, i tuoi nemici, o Signore, †
ecco, i tuoi nemici periranno, *
saranno dispersi tutti i malfattori.

Tu mi doni la forza di un bufalo, *
mi cospargi di olio splendente.

I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, †
e contro gli iniqui che mi assalgono *
i miei orecchi udranno cose infauste.

Il giusto fiorirà come palma, *
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore, *
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti, *
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore: *
mia roccia, in lui non c'è ingiustizia.

3 ant. Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano.

V. Il Signore conduce il giusto per un buon sentiero,
R. gli rivela il regno di Dio.

PRIMA LETTURA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani   7, 1-25a

Liberati dalla Legge
Fratelli, forse ignorate – parlo a gente che conosce la legge – che la legge ha potere sull’uomo solo per il tempo in cui egli vive? La donna sposata, infatti, per legge è legata al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è liberata dalla legge che la lega al marito. Ella sarà dunque considerata adultera se passa a un altro uomo mentre il marito vive; ma se il marito muore ella è libera dalla legge, tanto che non è più adultera se passa a un altro uomo. Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla Legge per appartenere a un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. Quando infatti eravamo nella debolezza della carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla Legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge per servire secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera, che è antiquata.

Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare. Ma, presa l’occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto. E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte. Il peccato infatti, presa l’occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento. Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.

Sappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. Ora, se faccio quello che non voglio, riconosco che la Legge è buona; quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!

RESPONSORIO Mt 27, 57-58a; Mc 15, 43a

R. Venuta la sera, giunse un uomo ricco, d’Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. * Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
V. Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, aspettava anch’egli il regno di Dio.
R. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.

SECONDA LETTURA

Dal commento al Vangelo di Giovanni di san Bonaventura, vescovo Opera omnia, Quaracchi 1893, t. VI, 502-503

Giuseppe d’Arimatea e Nicodèmo seppellirono il corpo di Gesù
Giuseppe depose il corpo di Gesù; e dato che non poteva far questo senza permesso, chiese il corpo, lo ottenne e ottenutolo, lo depose.

Lo chiese perché era discepolo di Gesù anche se occulto. Si dice infatti: Dopo questi fatti, ossia terminata la passione, Giuseppe d’Arimatea andò a pregare Pilato. Arimatea è la stessa Ramatha, città di Elcana, di Samuele e di Anna. Di essa si parla all’inizio del primo capitolo del primo libro dei Re. Giuseppe perciò fece la sua richiesta, perché era discepolo di Gesù, anche se occulto per timore dei Giudei. Lo si è già detto nel capitolo nono: I Giudei avevano convenuto che se uno dichiarava di riconoscerlo come Cristo, venisse espulso dalla Sinagoga. Era occulto ma vero, tanto che lo amò non soltanto da vivo ma anche da morto. Dice il capitolo diciassette dei Proverbi: Il vero amico ama in qualsiasi tempo. Pregò, dunque, di poter prendere il corpo di Gesù, cioè di poterlo staccare dalla croce, e l’ottenne. Si dice quindi: Pilato diede il permesso perché venisse sepolto. Venne perciò e prese il corpo di Gesù; venne dal luogo dov’era Pilato, al luogo della croce e lo depose (Gv 19, 38).

Venne pure Nicodèmo: qui si descrive la preparazione fatta da Nicodèmo con gli aromi e si rileva la devozione di Nicodèmo che portò molti aromi e poi preparò il corpo. Venne dunque anche Nicodèmo che era quello che era andato da Gesù di notte, come si racconta al capitolo terzo. Si racconta ora di questa venuta adducendone il motivo, cioè che era discepolo, seppure occulto; portava con sé un composto di mirra e di àloe (Gv 19, 39), ossia un unguento composto di sostanze che preservavano il corpo dalla putrefazione. Egli non credeva ancora nella risurrezione, non diversamente dagli altri discepoli, ma lo amava molto. Perciò l’Evangelista precisa: quasi cento libbre. Perché non aveva compreso quello che si dice nel Salmo: Non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.

Presero dunque: si descrive qui la devozione di Nicodèmo nella preparazione del corpo. Presero – lui e Giuseppe – il corpo di Gesù e lo avvolsero di bende e cosparsero di aromi, com’è costume di seppellire presso i Giudei (Gv 19, 40), cioè in modo onorevole. Si dice nell’ultimo capitolo della Genesi: Giuseppe diede ordine ai medici suoi servitori di cospargere di aromi il corpo del padre (Gn 50, 2). Osserva Giovanni Crisostomo: Lo seppelliscono non come un condannato ma, com’è consuetudine presso i Giudei, con molto onore, come uomo grande e degno di stima.

V’era in quel luogo: si descrive qui la terza circostanza, cioè la collocazione nel sepolcro. Il motivo di tale collocazione nel sepolcro è presentato come duplice: la convenienza del luogo e la brevità del tempo. La convenienza era data dalla vicinanza e dalla novità: C’era in quel luogo dov’era stato crocifisso un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo (Gv 19, 41); nuovo, cioè nessuno vi era stato ancora sepolto. Tale sepolcro era conveniente al Signore perché non si pensasse che la risurrezione fosse di un altro, sepolto insieme al Signore. Osserva Agostino che come nel seno di Maria nessuno fu concepito prima di lui e nessuno dopo, così in quel sepolcro nessuno fu posto prima, nessuno dopo.

Perciò a causa della Parasceve dei Giudei, ossia dell’imminenza della solennità che non consentiva di portare il corpo lontano, deposero Gesù in quel luogo che era vicino (Gv 19, 42). Dice Agostino: Si deve capire questa frettolosa sepoltura prima che si facesse sera, in quanto a causa della Parasceve, che i Giudei sogliono tra di noi chiamare cena pura, non era permesso fare alcuna cosa.

A questo riguardo ci si chiede: Perché nessun discepolo si fece avanti per seppellire Gesù? Se si dice che essi non osarono farlo per timore dei Giudei, Giuseppe aveva ancor più ragioni di temere e quindi di lasciar perdere tutto questo. Vi fu una ragione umana e una divina: umana in quanto, anche i discepoli e lui stesso avevano timore dei Giudei, tuttavia questi era una persona importante, come attesta Marco nel capitolo quindici, per cui aveva fiducia di ottenere perché conosciuto da Pilato. Una ragione divina fu che se a seppellire fossero stati i discepoli, i Giudei avrebbero avuto una prova in più per dire ch’essi avevano rubato il suo corpo dopo la morte.

RESPONSORIO Gv 19, 40.39

R. Giuseppe d’Arimatea e Nicodèmo presero il corpo di Gesù, * e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi.
V. Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe.
R. E lo avvolsero con teli, insieme ad aromi.

INNO Te Deum

Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo  Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

ORAZIONE
O Dio, tu hai scelto i santi Giuseppe d’Arimatea e Nicodèmo perché seppellissero devotamente, nel sepolcro nuovo, il corpo del tuo Figlio diletto deposto dalla croce: concedi a noi, configurati alla morte e alla sepoltura del tuo Figlio, di vivere per sempre con lui. Egli è Dio.
R. Amen.

Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

Fonte Ibreviary App

Giornata Mondiale del Creato: Messaggio di Bartolomeo I

“La rovina e la distruzione di un monumento culturale di un Paese ferisce l’eredità universale dell’umanità”. E’ dedicato anche alla protezione dell’eredità culturale di un Paese il messaggio che quest’anno il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I ha inviato per la Giornata di preghiera per la salvaguardia del Creato che si celebra domani, 1 settembre. Bartolomeo - riferisce l'agenzia Sir - è conosciuto nel mondo come il “Patriarca verde” per il suo impegno a favore dell’ambiente che da anni lo porta sui fronti più “caldi” del pianeta.
Ambiente e cultura sono uniti e di uguale valore e interscambiabili
Il messaggio 2016 affronta un tema particolare: Bartolomeo ricorda il Beato Simeone lo Stilita, “grande colonna della nostra Chiesa, il cui monumento – scrive -, come altri meravigliosi siti archeologici in Siria e in tutto il mondo, come quello famoso dell’antica Palmira, annoverati a livello mondiale, tra i principali monumenti di eredità culturale, hanno subito la barbarie e gli orrori della guerra”. Alla minaccia  e alla distruzione della natura, il Patriarca sottolinea così “un pari problema significativo: la crisi della cultura, che durante gli ultimi anni risulta mondiale. D’altra parte – riflette Bartolomeo -, ambiente e cultura sono uniti e di uguale valore e interscambiabili”.
Proteggere l'eredità culturale mondiale minacciata dai “conflitti bellici
Il Patriarca ecumenico si rivolge a “tutti i responsabili” e ad “ogni uomo” perché proteggano “parallelamente” sia “l’ambiente naturale”, “in pericolo, a causa dei cambiamenti climatici” sia “l’eredità culturale mondiale minacciato dai “conflitti bellici”.  E osserva: i tesori culturali,  come monumenti religiosi e spirituali, espressione bimillenaria della mente umana, appartengono a tutta l’umanità e non esclusivamente ai paesi dentro i cui confini si trovano”.
Rafforzare le misure di protezione e di conservazione ininterrotta dei propri monumenti
“E’ dovere e compito di ogni essere umano, in modo particolare tuttavia di ogni Paese civile, di rafforzare le misure di protezione e di conservazione ininterrotta dei propri monumenti. Così è indispensabile che ogni Stato di diritto e di legalità costituito, eviti azioni, che colpiscono l’integrità dei suoi ‘monumenti universali’ e che alterano i valori intangibili che ognuno di essi rappresenta”. (R.P.)

Fonte www.radiovaticana.va